The Dressmaker- il diavolo è tornato

 

Un film, “The Dressmaker – Il diavolo è tornato “, uscito qualche anno fa.

Ricordo che andai al cinema senza alcuna suggestione, vagamente attratta dall’idea di osservare la Winslet “in tiro”, non certo ispirata dall’aspettativa della visione di un film indimenticabile.
Quello che trovai e che vorrei condividere oggi è lo stupore di una favola al contrario, dove i più fragili sembrano i più forti ed i più deboli sono i più cattivi.
La storia è una gigantesca metafora del potere malefico della maldicenza e dei vizi umani.
L’immagine iniziale è pazzesca: un paesino sperduto in un deserto tipicamente americano che sembra quasi il preludio ad un vecchio western, ma la fotografia è continuamente stravolta dal contrasto bizzarro tra la scarna essenzialità della location e l’eleganza perfetta e fuori luogo della protagonista, assoluta fuoriclasse.
Le pose da pistolero delle cittadine in abiti raffinatissimi lasciano intendere che non esiste bellezza senza umanità, non può esserci un vero perdono senza accettazione della debolezza negli altri e principalmente in noi stessi.
Ma questo film è anche la celebrazione dell’incredibile talento che nasce solo nella sofferenza, il talento di vedere il bello anche in chi è marcio dentro, il talento di prendersi cura del senso di inadeguatezza degli altri e trasformarlo in opportunità.
La storia è ricca di colpi di scena: non voglio svelarne neanche uno.
Due ore ben spese