Ci sono luoghi che ti accolgono come un nido, ti permettono di spiccare il volo, sapendo di poter ritornare, con la certezza di sentirsi sempre a casa.
Ci sono luoghi dove il tempo si ferma, le giornate si dilatano senza strappi, il mare è un amico in tutte le stagioni, un compagno con cui attardarsi in silenzio, senza obbligo di conversazione, perché sa quello che hai nel cuore in un dialogo privo di parole, denso di significati.
Se è vero che nessun uomo è un isola, è vero anche che alcune isole ti rendono più umano, per questo amo tornare ogni anno in Sardegna, instancabilmente, perché quel dialogo si crea nel tempo, nella reiterazione di gesti e abitudini, nella costruzione di rapporti umani, ricordi e fotografie emotive.
Per venti anni, ogni estate, ho trascorso la mia “villeggiatura”al Miriacheddu, vicino a San Teodoro, in un piccolo residence con vista su Tavolara, siepi di mirto e buganvillee rampicanti.
Per vent’anni, ogni estate, ho misurato il tempo attraverso il volto degli amici del mare, lasciando scorrere i giorni leggeri tra partite a carte, grigliate e chiacchiere, mentre i figli crescevano e non stavano più nei costumi lasciati nell’armadio l’estate precedente.
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