villa clelia

zona giorno

Su questo progetto potrei scrivere un libro e sarebbe un libro d’amore. Ho conosciuto Paolo e Sonia qualche anno fa a Firenze, nel mio show-room, dove erano venuti a trarre ispirazione per la loro abitazione. Dopo un breve racconto sulla storia di “Villa Clelia” e la sua graduale ristrutturazione negli anni, abbiamo deciso di comune accordo, che sarebbe stato necessario un sopralluogo e da lì saremmo partiti per decidere insieme come procedere.

Il terreno su cui sorge Villa Clelia è molto bello e curato, si sente l’amore per la campagna, gli ulivi secolari, la tradizione, la storia familiare. Ogni pietra, ogni centimetro di terreno, ogni angolo della proprietà ha visto tre generazioni susseguirsi e portare avanti un progetto di vita condiviso.

Sonia è una donna determinata e generosa, sa quello che vuole e non si accontenta di surrogati, anche a costo di grandi sacrifici; nelle sue decisioni ci mette la faccia e il cuore, sempre. Entrare in empatia con lei è stato naturale; insieme abbiamo costruito, stanza per stanza, ambiente per ambiente, l’idea di casa che da tempo aveva in mente ma che nessuno era riuscito a realizzare, fino al nostro incontro.

Il mio lavoro si focalizza su un’area di gusto ben definita, un classico chic, con commistioni anche nel moderno. Curo lo sviluppo di prodotti altamente artigianali, personalizzabili nelle linee, finiture, decori, tappezzeria; per questo il cliente che ha le idee chiare e apprezza questo stile, con me realizza la possibilità di creare qualcosa di davvero esclusivo, partecipando attivamente al processo creativo.

L’ambiente più importante da arredare era la zona giorno, perché ampia e articolata; c’era da scegliere cosa fare “ex novo” e cosa invece preservare del mobilio preesistente, quale linea decorativa attuare e quali finiture e colori preferire.

I mobili decorati, la credenza e il tavolo da salotto, dovevano dialogare con i pezzi antichi in legno massello. Abbiamo scelto tinte molto tenui per evitare sovrapposizioni e appesantimenti, i toni caldi del nocciola, avorio e cacao. Per i rivestimenti dei divani e delle panchette, pur rimanendo su basi neutre, ci siamo orientate sulle note cromatiche che vanno dal verde acqua all’ottanio, alternando motivi vegetali e floreali a tinte unite e microfantasie.

Il pezzo forte della stanza è un polittico di tele realizzate dal padre di Paolo, Joe Commisso, un artista molto brillante, che aveva dedicato una serie di opere ai caratteristici portoni dell’antico borgo di Gerace. Ho fatto scegliere loro quelli a cui erano più affezionati, suggerendo di porli sulla parete sopra la credenza, così da avere una collocazione privilegiata entrando in casa.

Ho pensato a delle cornici molto semplici ma in tinta con le laccature dei mobili, per far risaltare il disegno senza distrazioni, con l’idea estetico-concettuale di aprire una porta e trovarsi di fronte a tanti portoni.

Creare questo polittico è stata una grande emozione, per la bellezza del lavoro scaturita dal risultato, ma soprattutto perché abbiamo rimaneggiato un materiale ad alto valore emotivo.

La stessa cosa si può dire delle ceramiche pugliesi, acquistate dai proprietari in uno dei loro viaggi di famiglia. Come spesso accade, una volta rientrati a casa non sapevano come utilizzare quei preziosi manufatti per la decorazione della casa. Così ho proposto loro di “incassarli” in una base di legno laccato e invecchiato nei colori più idonei a farne risaltare la bellezza. In effetti, guardando queste immagini, devo ammettere che è stata la scelta più appropriata!

Per il disimpegno, visibile dalla zona giorno, occorreva un mobile divisorio che fungesse anche da guardaroba per i capi spalla e che conducesse con eleganza alla zona “lavanderia” e ai locali tecnici della casa.
L’architetto che ha curato la ristrutturazione di Villa Clelia aveva progettato una soluzione su misura che rispondeva a queste esigenze, creando una sorta di boiserie con porta scorrevole incorporata.
Sulla base dei suoi disegni ho proposto un armadio presente in collezione, con piccole bugne in legno e ante in vetro, contraddistinte da eleganti incroci.
Abbiamo scelto i colori, le finiture, il grado di invecchiatura, i contrasti cromatici sugli incroci. Ho seguito personalmente con vari sopralluoghi la realizzazione sul posto da parte di artigiani locali e poi la laccatura presso i miei decoratori a Firenze, stando attenta ad ogni dettaglio, fino alla consegna finale.
Infine abbiamo rivestito la parte vetrata con eleganti tendine a righe avorio e nocciola, che richiamano i tendaggi sul vano scale. Questa soluzione ha dato molta personalità ad una parte della casa meno in evidenza, ma comunque visibile dall’ambiente di maggior rappresentanza.

Il tutto è stato completato, ancora una volta da alcune opere di Joe Commisso, opportunamente ripristinate e dotate di una nuova cornice che ne mettesse in luce il soggetto: i tradizionali vasi calabresi e la matericità di cui sono composti.