Progetto Boiserie

Dare una nuova veste alla sala colazione di una dimora storica, trasformata in small luxury hotel, non è stato facilissimo. 

L’ambiente presentava alcune caratteristiche architettoniche che rendevano poco pratico l’utilizzo del buffet e molto faticosa la logistica agli addetti alla prima colazione. 

La sala infatti si trova in una posizione di passaggio rispetto al bar e all’ingresso della hall. 

Il “punto dolens” erano le pareti, “interrotte” da piccole porte su tre lati, come spesso accade nelle ville d’epoca, e dalla presenza di un imponente camino che tuttora rende inutilizzabile un intero versante della stanza.

La soluzione adottata prima dai proprietari era di allestire ogni mattina con carrelli mobili  e spostamenti di tavoli al centro della stanza, un bellissimo ma complicatissimo buffet per gli ospiti della villa. Nel resto della giornata l’arredamento era composto da vetrine e credenze in autentico stile inglese e un pianoforte con funzione prettamente decorativa.

L’aver scelto di “sacrificare” uno di questi ingressi per poter utilizzare l’intero spazio a disposizione, ha reso possibile la creazione di una boiserie in legno con mobili “contenitori” ed espositori, mimetizzati da ampi specchi. 

Premetto che io adoro le boiseries, le metterei dovunque; mi sembrano la naturale cornice in alcuni ambienti che necessitano di un leitmotiv e di un po’ di calore. 

Quando ho esposto la mia idea a riguardo, ho riscontrato l’entusiasmo dei committenti che si sono decisi ad accettare questa proposta, fidandosi ciecamente del mio giudizio.

Il primo passo è stato quello di condurli in un luogo che esprime al massimo il concept che volevo trasmettere: il negozio di Richard Ginori in centro a Firenze, la mia personalissima versione  di “colazione da Tiffany”.

Un posto speciale dove spesso vado a rifarmi gli occhi e a ritemprare lo spirito.

Tutto il locale è arredato con un gusto impeccabile mixando boiseries e mobili antichi in legno decorato o lucidati in tinta noce, che mi ha dato modo di illustrare al meglio e nell’immediato quale fosse il mood che volevo trasferire nella Villa.

La fase progettuale è sempre  la più importante, perché è quella in cui si trasforma un’idea in realtà. Ho ipotizzato varie soluzioni e proposto diversi preventivi di artigiani e aziende con cui collaboro da anni. Infine, optata la scelta più idonea, ho definito, di comune accordo con il cliente, i dettagli di costruzione con il falegname, stabilendo gli elementi funzionali ed estetici, riservandomi di apportare le modifiche necessarie in corso d’opera. Il rapporto tra arredatore e artigiano in questa fase è essenziale alla riuscita del progetto!

La seconda fase, quella dello sviluppo del prodotto, è la più faticosa ma anche la più divertente perché è lì che viene fuori il genio della competenza, dell’estro e della artigianalità. Mi riferisco più specificatamente alla decorazione e finitura dei mobili,  che rendono unica l’immagine di un manufatto. Ci sono vari steps,  dall’ammannitura all’invecchiatura, con patine e polveri, che io seguo sempre personalmente.

Non si naviga mai a vista; prima di arrivare ad un colore o ad una tipologia di invecchiatura, si preparano campioni e modelli, ma la realizzazione su una superficie più ampia ha sempre un altro effetto. A volte passare dal laboratorio e prendere un caffè con le decoratrici mi fa sentire parte del processo creativo.

Ci sono dettagli che vengono fuori lentamente ed è un processo graduale che si completa con la consegna.

Anche la scelta delle maniglie più adeguate, fatte su misura da un artigiano fiorentino, è frutto di ricerca e di tempo dedicato. 

La cura del particolare è fondamentale ed io ci tengo moltissimo.

Vedere l’effetto finale mi ha riempito d’orgoglio, ancora una volta quello che avevamo immaginato è diventato tangibile. Non mi riferisco alla tangibilità di un mobile, per quanto imponente ed elegante, ma a quella immateriale di uno stile, di un gusto, di un mood che è diventato realtà.

 

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