I Saloni 2019

È il luna park di ogni amante dell’interior design, un tempio del sacro e del profano, una kermesse a cui tutti vogliono partecipare per scoprire idee originali, soluzioni di arredo, trovare conferme, ispirazioni, oggetti, per avere visibilità o semplicemente per far parte delle centinaia di migliaia di persone che in questi giorni hanno affollato le strade più glamour di Milano e i padiglioni dell’Expo di Rho.

Come accade per molte fiere di settore, anche il Salone del Mobile è nato inizialmente per gli addetti ai lavori, ma negli anni è riuscito a diventare un evento di costume molto atteso, catalizzando l’interesse globale. Questa sua esclusività, mista alla democraticità della fruizione, lo rende veramente irresistibile.

 

 Il  tema di questa edizione mi è particolarmente caro; Milano ed Il Salone del Mobile celebrano uno dei grandi geni dell’umanità: Leonardo Da Vinci.

“Nelle botteghe fiorentine del 400, che erano anche officine, si attuò la fusione di lavoro manuale e teoria. La cultura degli uomini “senza lettere” derivò da un’educazione pratica che si richiamava a fonti diverse, frammenti dei testi di scienza classica.“

Ecco il punto nevralgico, l’alto artigianato misto alla conoscenza della pratica in bottega. Quanti uomini “ senza lettere” hanno dato vita ad aziende che portano il Made in Italy in giro per il mondo? Le stesse aziende che con la loro partecipazione, come espositrici, sono la struttura portante di questa famosissima fiera.
L’ingegno di Leonardo Da Vinci, vissuto prevalentemente tra la Toscana e Milano, ha fatto di lui un artista eclettico, un artigiano, un architetto, un pensatore e strenuo difensore delle sue scoperte, ponendo quelle basi che senza soluzione di continuità dal Quattrocento ad oggi sono fonte di sapere per le attuali e future generazioni.
Ispirandosi a lui, la città di Milano ha dato vita a numerose iniziative,come il site-specific “Aqua” in città, e “De Signo” all’interno della fiera, nel padiglione 24, una mostra allestita con video didattico-emozionali proiettati su enormi schermi; perfetta la musica e suggestiva la voce narrante di Diego Abatantuono: Firenze e Milano ancora protagoniste.

 

 

Sono partita da qui per il mio giro consueto, dalla storia di Leonardo connessa a quella del Salone del Mobile, perché come egli stesso disse: “invero il grande amore nasce dalla cognizione della cosa che si ama e se tu non la conoscerai poco o nulla la potrai amare”.
Da profonda conoscitrice delle dinamiche sottese alle aziende presenti per questa occasione nella loro veste più bella , conscia dei sacrifici che questa vetrina richiede insieme alla preparazione di ogni nuova collezione, provo un grande orgoglio a ritrovare ogni anno le storiche aziende italiane ancora “sul pezzo”e ammirazione per le schiere di architetti e neo imprenditori che hanno investito per presentare su questo palcoscenico un’idea che non c’era, proponendo oggetti di grande curiosità e interesse.